Questa sezione propone dodici rappresentazioni simboliche ispirate ai segni tradizionali del calendario orientale. Ogni carta è accompagnata da una breve descrizione narrativa, pensata in modo neutrale e informativo. I testi non contengono riferimenti a effetti, risultati o previsioni. L’obiettivo è offrire uno sguardo statico, utile alla contemplazione e alla riflessione visiva. Il linguaggio utilizzato è sobrio, privo di interpretazioni soggettive o inviti all’azione.
La carta del Topo è accompagnata da un sentiero appena visibile, immerso in una nebbia mattutina. La scena suggerisce un inizio non definito, senza meta precisa. Tutto appare sospeso e potenziale. Non ci sono segnali, solo linee morbide. Il tono rimane puramente descrittivo.
Il Bue è rappresentato in una pianura tranquilla, con il sole basso sull’orizzonte. Le forme sono lente, regolari, simmetriche. Nessuna indicazione su tempo o scopo. L’attenzione è posta sullo spazio e la sua struttura semplice.
Per la Tigre, l’immagine mostra un salto congelato nel tempo. Non si sa da dove viene né dove va. Il corpo è teso, ma il contesto resta immobile. L’interpretazione è lasciata libera. Nessun messaggio sottinteso, solo forma.
La figura è posata su un campo silenzioso, tra alte erbe. Il Coniglio è fermo, gli occhi rivolti al suolo. L’ambiente è neutro, senza minaccia o stimolo. Tutto è sospeso in un attimo indistinto. La narrazione è visiva, non funzionale.
Un serpente si avvolge attorno a un ramo secco, in uno scenario piatto. La scena è silenziosa, senza evoluzione. Il disegno resta sospeso, non narrativo. Ogni elemento è chiuso su sé stesso.
La carta mostra un cavallo al galoppo, ma senza tracciato né direzione. La forma si ripete, come fosse un’icona. Il contesto è neutro, monocromatico. Nessun riferimento simbolico esplicito. Solo una presenza in azione congelata.
La Capra è collocata in cima a una collina, tra rocce lisce. Il cielo è chiaro, vuoto. Nessuna azione viene suggerita. Il tono rimane distaccato e contemplativo.
Scimmia su un ramo spezzato, lo sguardo rivolto fuori scena. Il movimento non è indicato. La scena è ferma, leggera, priva di stimoli forti. L'immagine lascia spazio alla visione personale.
Il Gallo si trova su una ringhiera, in posizione verticale. Non canta, non agisce. La scena è piatta, equilibrata, senza contrasti. L’attenzione è sui contorni e sull’equilibrio.
Il Maiale è in un giardino geometrico, tra pietre e muschio. Tutto è costruito in maniera ordinata e semplice. Nessun simbolismo esplicito. L’osservazione è puramente visiva.